Le fotografie di Angelo Redaelli (6° vol. della collana) – Fuori Scena

40,00 Iva inclusa

Descrizione

Le fotografie di Angelo Redaelli

In 14 volumi con oltre 700 immagini Angelo Redaelli racconta pagine straordinarie degli ultimi trent’anni di storia del teatro.

Fuori Scena,
Chi è di scena?
Euro 40,00 cadauno

Fabrizio Martorelli – Ferruccio Soleri – Giorgio Albertazzi – Dario Fo – Roberto Sturno – Glauco Mauri – Giulio Bosetti – Elena Ghiaurov – Aldo Giuffrè – Gianfranco Iannuzzo – Alessandro Haber – Carmelo Bene – Giuseppe Pambieri – Nino Bignamini – Valentina Capone – Corrado D’Elia – Chiara Salvucci – Alessandro Preziosi – Renzo Giovampietro – Stefania e Amanda Sandrelli – Sebastiano Lo Monaco – Paola Borboni – Geppy Gleijeses – Marianella Bargilli – Donatella Finocchiaro – Pierfrancesco Favino – Lucrezia Lante Della Rovere – Luca Barbareschi – Andrea Giordana – Debora Caprioglio – Piero Mazzarella – Monica Guerritore – Gabriele Lavia – Lina Wertmuller – Mariangela Melato – Gigio Alberti – Viviana Nicodemo – Edoardo Siravo – Giancarlo Zanetti – Violante e Michele Placido – Giuliana Lojodice – Mariano Regillo – Maurizio Scaparro – Giuseppe Pambieri – Harold Pinter – Umberto Eco – Arnaldo Pomodoro – Vittorio Gassman

In copertina: abito di scena di Giulio Bosetti

 


Recensioni

 

Le immagini di Angelo Redaelli scendono nel profondo, entrano nei luoghi interiori, tracciano il profilo fisico e terrestre di un’anima e di un volo, ci restituiscono le autentiche emozioni e il purissimo respiro della bellezza. Sembra di essere lì, nel cuore della scena, sembra di vivere in presa diretta gli slanci, le movenze, i trasalimenti, i chiaroscuri che appaiono nei corpi in movimento.

Viviana Nicodemo

Per chi conosce Angelo Redaelli, le parole che dedico a questa sua pubblicazione potrebbero sembrare modeste.

Ma io che so quanto egli sia schivo ed intollerante alle sbrodolature che si usano nelle prime pagine di un libro come prefazione, ne elenco i meriti reali conseguiti nel suo instancabile lavoro di cronista fotografico dell’Arte coreutica in ogni sua forma ed espressione.

Nel diario della memoria si aprono pagine che appartengono ad un libro non scritto, ma che potrebbero ricordare gli splendidi documenti d’arte da egli realizzati sotto forma di miracolose immagini carpite nel corso di una prova o di uno spettacolo, purché soddisfacenti sul piano espressivo.

Dive e divi, ma anche componenti di corpi di ballo, hanno trovato posto in quel fantastico archivio in cui egli depone ogni poetico scatto in attesa di renderlo noto, come fa oggi, con questo splendido volume al quale auguro un lungo e soddisfacente percorso.

Aldo Masella

La magia del teatro rivive attraverso le immagini di Angelo Redaelli, che questa volta sono dedicate al backstage. Sono quei momenti che nessuno conosce, fatti di emozioni e di timori che rimangono relegati in camerino, per poi svanire del tutto in scena, dando invece vita a emozioni negli spettatori. L’obiettivo ha colto degli attori quei momenti in camerino prima dell’uscita sul palcoscenico, a volte durante il trucco, prima di entrare completamente nel personaggio. Sono momenti per lo più segreti che Angelo Redaelli ha potuto immortalare grazie al suo stretto rapporto con il mondo del teatro.

Valeria Prina

Il camerino è un luogo privato, di meditazione mi verrebbe da dire. I pensieri si depositano e nell’intimità ci si prepara allo spettacolo. È un tempo sospeso, personale, che difficilmente si condivide. Angelo Redaelli ha saputo invece, con discrezione e misura, catturare negli anni, con i suoi scatti, momenti preziosi e indimenticabili che sono oggi tra i migliori ricordi di quegli spettacoli.

Corrado D’Elia

Per raggiungere i camerini di un teatro si deve spesso seguire un percorso tortuoso, salire o scendere lunghe scale ripide, percorrere corridoi stretti, illuminati da vecchi neon sfarfallanti. Apri la porta e ti ritrovi in un bugigattolo angusto e anonimo, che sembra racchiudere nelle chiazze di muffa del soffitto tutta la solitudine del nostro mestiere incerto e vagabondo.

Ma ecco che arrivano i tecnici, e poi la compagnia, i saluti, le voci che si chiamano tra i colpi dei martelli. In un attimo i camerini si colorano invasi da costumi, trucchi, valige, qualche genere alimentare di conforto, amuleti, fiori. ‘Signori la mezza’! Scandisce il direttore di scena come un capostazione. Gli attori si chiudono la porta alle spalle e il corridoio ritorna silenzioso. In questi pochi minuti che precedono l’apertura del sipario, Angelo Redaelli ci fa penetrare come ospiti invisibili nel piccolo spazio esclusivo in cui ogni attore compie il suo personale rito di trasformazione. Nella sensibilità acuta e delicata dei suoi scatti cogliamo, senza alcuna enfasi retorica, gli umori più intimi e quotidiani di quegli attimi, curiosi di spiare con la complicità degli specchi i gesti magici di un mestiere antico e ancora misterioso.

Massimo Navone

Intensi, espressivi, attoniti, sereni, contorti, sofferti, corrucciati, entusiasti, infantili, pensierosi… artistici. Cosa si può dire di un soggetto così ampio e diversificato, eppure unico nella sua sequenza ininterrotta di sguardi, come le espressioni artistiche raccolte in questo volume, abbinate con originalità dal montaggio di Angelo Redaelli, lo stesso fotografo che, in tempi diversi, li ha ripresi.

Ne nasce una tripla lettura: la foto in sé, con l’intensità del “bianco e nero”, rafforzato dal virato “seppia”; l’abbinamento, la cui sottile dialettica suggerisce dialoghi immaginari e profondi; la narrazione complessiva del volume, che presenta un repertorio di emozioni che Angelo Redaelli ci consegna.

All’insaputa di tutti.

Dario Zigiotto

I volti, soprattutto i volti, come storie e simulacri di una Storia popolare. Catturati sulla scena nei momenti topici di un rito che si perpetua in gesti ed espressioni, immutato eppure sempre diverso. La magia documentata e conservata negli scatti di Angelo Redaelli commuove perché nel viso dei protagonisti del musical lo spettatore – qui potremmo dire, più propriamente, l’osservatore – trova l’aspetto malinconico della nostalgia. C’è qualcosa, nelle foto di Redaelli, che evoca l’origine di una forma scenica nata più di un secolo e mezzo fa – la matrice spettacolare di quel musical certamente mutuato dal vaudeville e dalla Commedia dell’Arte. Una forma che oggi ci appare sublime proprio perché irrimediabilmente inattuale, evocatrice di un mondo evanescente, fatto “della stessa sostanza dei sogni”, volatile eppure così vivido come l’aura di un mito moderno e indissolubile.

Un’altra consapevolezza universale ci dice che la bellezza è corruttibile. Lo sguardo di Angelo Redaelli ci restituisce sorrisi, sguardi, stupori in apparenza ebbri di freschezza, rigeneranti (come nei colori di “Mamma mia!” oppure nel glamour da Cirque du Soleil di “Priscilla”) ma, in fondo, si tratta di maschere già segnate da un tempo inesorabile e dall’iconografia di uno spettacolo che svanisce nelle brume del ricordo. “Il musical è morto, Viva il musical!”, verrebbe da declamare, con l’organico patetismo di un vecchio spettatore. Ma la voce sentimentale non declama un entusiasmo stinto. Piuttosto, conserva la gratitudine che si deve a chi riesce a riportare in vita e a procrastinare le luci abbaglianti di uno spettacolo antico, impossibile, anacronistico e di incredibile dolcezza – attraverso immagini straordinarie e di lirismo struggente, inevitabilmente sacrali nel “Jesus Christ Superstar” accorato di Ted Neeley, tipicamente profane nell’épater les bourgeois ormai classico del “Rocky Horror Picture Show”.

Ecco, se si dovesse dire qualcosa in più dello sguardo di Angelo Redaelli e della sua sensibilità accorata per la messa in scena – oltre alla maestria professionale e al talento che cattura l’attimo di corpi e volti – potremmo parlare proprio di quella dolcezza pura e ineffabile che ci conquista nel profondo. È la magia di un incanto che riesce a muovere all’unisono l’armonia della recita musicale e l’ombra di quelle emozioni ancestrali che, a luci spente, si conservano sempre inestinte. Come braci di memoria, dentro di noi.

Alberto Finotto

In scena ci sono loro, i comici. Moderni giullari che ci sbattono in faccia con irriverenza i nostri vizi, i nostri difetti, le nostre inquietudini. Ci fanno ridere ma, in realtà, ridiamo di noi stessi e del nostro progressivo naufragio di valori. Quelli bravi, e in questo libro di Redaelli lo sono tutti, sono coloro che trovano quella difficile strada che sta a metà fra la risata e l’occhio lucido a testimonianza che l’obiettivo del Comico è stato raggiunto.

Paolo Scotti

 

Informazioni aggiuntive

Peso 05 kg
Dimensioni 25 × 25 × 1 cm

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